Your Name. : Una corsa tra tempo e memoria

Quante volte sarà successo di aver conosciuto una persona e dopo pochi minuti dimenticare il suo nome. Questo accade magari perché si era distratti, o semplicemente perché non vi era un interesse sincero durante la fase di presentazione. Ma in fin dei conti, nessuno immaginerebbe mai che quell’incontro, fortuito o meno, si possa rivelare importante in un tempo futuro.

È proprio il binomio incontro-tempo che sta alla base di una delle produzioni animate giapponesi più belle degli ultimi anni, e che permettono di siglare un’altra opera del maestro Makoto Shinkai come capolavoro.
Scritto e diretto da quest’ultimo, e realizzato nel 2016, Your Name. è senza alcun dubbio una perla cinematografica.

INFORMAZIONI GENERALI

Prima di addentrarci nel vivo della recensione, e prima di scoprire di cosa tratta il film, diamo un’occhiata a qualche informazione generale.

Come scritto in precedenza, Your Name. è un film d’animazione giapponese uscito nel 2016, ma arrivato in Italia nel 2017. Nel nostro paese è stato proiettato presso le sale cinematografiche dal 23 al 25 gennaio grazie ad una collaborazione fra Dynit e Nexo Digital.

Nato grazie all’ingegno di Makoto Shinkai, è stato prodotto da CoMix Wave Films e distribuito da Toho, una casa di produzione cinematografica giapponese che nella sua vasta filmografia vanta titoli quali Wolf Children, o la co-produzione con lo Studio Ghibli per Il Castello Errante di Howl. Solo per citarne alcuni. La colonna sonora è stata realizzata dal gruppo rock Radwimps, mentre la parte del character design è stata affidata a Masayoshi Tanaka.

Infine, Your Name. risulta essere l’adattamento dell’omonimo romanzo scritto dallo stesso Shinkai.

TRAMA

Il film ha come protagonisti Mitsuha e Taki. La prima è una studentessa che vive in una piccola città rurale, e che ogni giorno sogna di trasferirsi nella grande metropoli di Tokyo. Il secondo, anche lui uno studente di liceo, abita invece proprio a Tokyo. Oltre allo studio, si dedica ad un lavoro part-time in un ristorante.
Una notte, Mitsuha sogna di essere un giovane uomo, ritrovandosi in una stanza che le è del tutto sconosciuta, scoprendo di avere nuovi amici e soprattutto di abitare nella città in cui ha sempre sperato trasferirsi. Nella stessa notte Taki, sogna piuttosto di essere una ragazzina che vive in una piccola città di montagna di cui non sa assolutamente nulla. È a partire da questa strana coincidenza che avrà inizio l’avventura dei due personaggi, e allo stesso tempo dello spettatore, al fine di svelare il mistero che si nasconde dietro di essa.

UNA CORSA TRA TEMPO E MEMORIA

Partendo già dalla lettura della trama, si intuisce che la realizzazione in “immagini” di un intreccio di questo tipo non è assolutamente facile, tralasciando il fatto che non sia del tutto innovativa. Ma nonostante l’enorme scoglio, Shinkai riesce ad avere la meglio, immergendo l’intera storia all’interno di ambientazioni fantastiche che sono un vero e proprio spettacolo per gli occhi. Nonostante lo stesso autore si sia detto poco soddisfatto, considerando pochi i 2 anni di lavorazione, invitando addirittura a non guardarlo.

Molto coraggiosa anche la scelta tecnica di adottare un montaggio per corrispondenze, che ha permesso di raccontare al meglio le vicissitudini dei due protagonisti nonostante si svolgessero in luoghi distanti tantissimi kilometri, e soprattutto, in tempi diversi come scopriremo.
È proprio quando quest’ultimo punto viene svelato che il film ingrana finalmente la marcia e cambia notevolmente il suo ritmo, in netta contrapposizione con un inizio veramente lento e a tratti confusionari, dove chi guarda si trova del tutto spaesato, non capendo cosa stia succedendo.

Un punto (e l’unico) a sfavore del film è assegnato per via della sua poca, e quasi del tutto assente, caratterizzazione dei personaggi. Nonostante Mitsuha e Taki siano perennemente al centro della scena durante lo scorrere della storia, lo scarso approfondimento non permette una totale empatia nei loro confronti. Non si riesce a creare uno stretto e forte legame protagonista-spettatore, così da far risultare addirittura poco dolorosa la scoperta che in realtà la ragazza era morta anni prima per via della caduta di un meteorite. Si rimane sconvolti per la rivelazione del fatto, ma non per la sua scomparsa. Ed è un vero peccato.
Questo è un dettaglio che all’interno di una storia così difficile da raccontare, piena di incastri per via della tematica dei “viaggi nel tempo”, risulta quasi in secondo piano. Quasi trascurabile addirittura. Ma pensarla così sarebbe un grosso errore, e porterebbe a rendere riduttiva un’opera straordinaria come Your Name., di cui sarebbe stato impossibile riuscire a trovare un difetto se solo avesse concentrato maggior interesse su questo punto.

Il messaggio che Shinkai vuole trasmettere risulta del tutto chiaro, specie durante le scene finali. È un concetto base del romanticismo alla quale oramai moltissime opere ci hanno abituato, ma che ogni volta è sempre bello ricordare.
In questa produzione, il motto “L’amore vince su tutto” viaggia parallelamente tra i binari della memoria e del tempo. Due concetti molto vicini tra di loro e incastrati da un rapporto amore-odio. Si, perché è proprio quando i due non vanno d’accordo che si assiste alla scomparsa di ricordi alla quale si era affettuosamente legati, e che improvvisamente, a causa dell’inesorabile trascorrere degli anni, risultano sempre meno vividi nella mente, fino a scomparire del tutto.  
Ma un epilogo così triste non trova, e non deve trovare spazio nella vicenda raccontata dal maestro, perché quando si è in totale armonia col sentimento dell’amore, non ci sono ostacoli che possano bloccare, tant’è che si è addirittura capaci di ritornare indietro nel tempo e cambiare il corso della storia pur di far sopravvivere la propria amata, così come fatto da Taki nella sua straordinaria impresa.

Il finale è la perfetta ciliegina sulla torta, anche se del tutto inaspettato. Vedendo le scene finali ci si era oramai abituati all’idea che i due non si sarebbero mai incontrati, ma che avrebbero piuttosto continuato le loro vite all’interno della confusionaria metropoli di Tokyo, con dentro sempre quella sensazione di mancanza. Ma quando invece questa certezza viene fatta a brandelli da un perfetto colpo di scena, e i due riescono ad incontrarsi e riconoscersi, la lacrimuccia di commozione è di dovere, felici che ancora una volta il bene abbia trionfato, ma soprattutto l’amore, quello vero e sincero.

Due dei comparti che hanno spiccato di più sono sia quello delle animazioni che quello delle musiche. Il primo lascia completamente di stucco grazie alla magnifica composizione e alla brillantezza dei colori, oltre all'aver realizzato in maniera maniacale e fedele numerosi luoghi esistenti, come l'entrata del National Art Museum o la scalinata del tempio di Suga. 
Per il secondo aspetto, i complimenti vanno alla rockband Radwimps, i cui membri sono riusciti ad accontentare le richieste del regista, che aveva espresso il desiderio che queste potessero accompagnare nel migliore dei modi i dialoghi. E così è stato.

Nonostante Shinkai provi astio nei confronti del suo lavoro, gli incassi hanno dimostrato tutt’altro. Ma tralasciando la questione prettamente economica, Your Name. merita di essere visto non solo per il nome di chi l’ha realizzato, dato ci ha abituato da sempre a prodotti di un certo spessore, ma soprattutto per la modalità originale di raccontare una storia dai canoni triti e ritriti, che vede i classici due ragazzi rincorrere alla disperata il proprio amore.

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